Durante le festività siciliane è uso comune tenere in casa e sempre a portata di mano il cosiddetto “scaccio”, che consiste in un insieme di frutta secca da poter offrire agli ospiti o semplicemente da sgranocchiare nel corso della giornata.

Questa particolare tradizione presenta origini molto lontane: infatti, è un’usanza del Medio Oriente, prettamente araba, quella di mangiare dei semi come passatempo, lasciando dietro di sé una “scia di bucce”.

Protagonisti assoluti dello “scaccio” sono “calia” e “semenza”, da sempre specialità tipiche della Sicilia: si tratta rispettivamente di ceci abbrustoliti e semi di zucca che, grazie alla loro preparazione molto particolare, presentano un sapore unico ed irresistibile, molto amato da grandi e piccini.

Ma, ovviamente, c’è anche altro che può andare a comporre il nostro “scaccio”: infatti, tra la frutta secca da poter sgranocchiare durante le giornate è possibile trovare, per esempio, pistacchi, anacardi, noci, mandorle o nocciole; insomma, tutto ciò che possa incontrare gusti vari e golosi. 

Molto spesso, anche a conclusione di importanti celebrazioni siciliane, come ad esempio i matrimoni, è possibile imbattersi nell’angolo dello “scaccio”, nel quale si può godere di questa particolare usanza, assaggiando queste specialità siciliane. È molto facile anche riuscire a trovare lo “scaccio” in caratteristiche osterie della Sicilia, dove la tradizione vuole che la frutta secca venga mangiata e che poi le bucce (le cosiddette “scorce”, in siciliano) vengano semplicemente gettate a terra.

Quindi, che si tratti di un fine pasto sfizioso, di una merenda stuzzicante, o di un semplice passatempo con cui intrattenersi durante le giornate di relax e festa, questa tradizione, lontana nel tempo e nello spazio, resta tutt’oggi una delle più apprezzate e seguite dalle famiglie siciliane.