Dicembre è un mese ricco di appuntamenti per quel che riguarda la cucina tradizionale siciliana, ma c’è una data in particolare che, soprattutto a Palermo, batte tutte le altre: il 13 dicembre, Santa Lucia!


L’arrivo di Santa Lucia è sempre accompagnato da goliardici dibattiti sull’originalità o meno delle ricette e sulla declinazione al maschile o al femminile dell’iconica arancina, ma finalmente giunti al giorno X, la prospettiva di una giornata dedicata alle prelibatezze tipiche mette d’accordo tutti!

Per Santa Lucia, tradizionalmente e religiosamente, il pane e la pasta sono banditi dalla tavola, ecco quindi arrivare arancine e cuccia, che possono essere preparati in casa seguendo le usanze di famiglia o spaziando con la fantasia.

Sfere di riso ricoperte da una panatura croccante all’esterno e con un morbido ripieno al loro centro, le arancine possono essere preparate con una grande varietà di ingredienti dolci e salati, ma le tradizionali rimangono quelle con un ripieno di ragù (alla carne) o con un mix di latticini e prosciutto (al burro). 

Il primo segreto per la riuscita di un’ottima arancina risiede nella tipologia di riso utilizzato, che deve contenere la giusta quantità di amido resistendo al tempo stesso alla cottura senza diventare colloso: alcuni brand specializzati propongono direttamente delle confezioni di riso apposito per arancine, come il Riso Gallo o il Riso Scotti, ma generalmente può essere utilizzato il riso per risotti oppure, per i “puristi” un mix di riso Roma e Originario, che bilanciano le caratteristiche sopracitate. Altro ingrediente cardine delle arancine è lo zafferano, da aggiungere al brodo al momento della cottura del riso: che sia in pistilli o in polvere, lo zafferano è quel tocco in più che, oltre a donare un colore appetitoso al riso, conferisce un retrogusto particolare ed estremamente riconoscibile.

Andando al ripieno, si può andare sul classico ragù (bianco o rosso) con carne macinata e piselli, optare per la versione più golosa e filante con burro, besciamella, mozzarella e prosciutto, oppure lasciar spazio alla fantasia con spinaci, salmone, funghi o salsiccia. L’importante è che la qualità delle materie prime sia altissima, al fine di realizzare delle arancine ben saporite e bilanciate, cosicché una tiri l’altra! L’elevata qualità dei prodotti non va trascurata neanche per quel che concerne i “protagonisti secondari” delle arancine, scegliendo per esempio dei prodotti tipicamente siciliani per quel che concerne l’olio, la passata di pomodoro o i formaggi. 

Sebbene esistano diverse varianti dolci dell’arancina, il dessert per eccellenza di Santa Lucia resta la cuccìa, una sorta di dolce al cucchiaio a base di grano bollito e ricotta di pecora di ottima qualità come quella proveniente da Corleone, Bonpietro o Castelvetrano. Il grano secco deve esser tenuto in acqua per almeno due giorni e poi fatto cuocere dai 30 ai 60 minuti, ma per chi va di fretta è possibile utilizzare la pentola a pressione oppure acquistare il grano già cotto. Al grano va aggiunta la ricotta di pecora (o, in alternativa, una crema di latte o una crema al cacao) e poi via libera alla fantasia tra frutta candita, scaglie di cioccolata e, per terminare, una sontuosa spolverata di cannella: a questo proposito, la cannella Ubena risulta perfetta per completare il dolce per l’aroma e la fragranza della spezia asiatica per eccellenza, disponibile in polvere o in bastoncini.

La varietà di prodotti e le alternative disponibili in assortimento rendono possibile declinare il menu tradizionale del 13 dicembre in chiave biologica oppure compatibile con intolleranze o allergie, scegliendo ingredienti di prima qualità da origine certificata, senza glutine o senza lattosio. Insomma, si ritorna così alla tesi iniziale: Santa Lucia accontenta proprio tutti!